Il meridiano delle stelle: la nostra storia, la storia d’Italia


La ricorrenza dei 150 anni dall’unità d’Italia ha aperto una stagione di approfondimento letterario sulla storia d’Italia e sul periodo precedente, durante il quale movimenti come la Carboneria videro la luce e contribuirono a formare un autentico sentimento patriottico presso gran parte della società italica del tempo.

Ciò che rimane ancora oscuro è come il Sud abbia preso parte a questa Storia. Una tradizione storico – didattica ha da sempre confinato il Meridione a spettatore di molti avvenimenti, relegato alla periferia degli eventi non solo per la posizione geografica ma anche per quel fatalismo tipico di chi ha conosciuto solo sfruttamento e repressione e, per via di quel meccanismo chiamato “profezia che si autodetermina”, è convinto che sia quello il proprio ruolo e il proprio fato.

Nel suo “Il Meridiano delle stelle”, Angelo Donno ricostruisce e riporta alla luce con pazienza e perizia da storico alcune vicende che chiariscono con forza come l’Unità d’Italia sia un affare anche meridionale. Le vicende narrate dall’autore hanno luogo a Taviano, paesino del Sud Salento, e vedono come protagonista il giovane Ferdinando Rainò. Rimasto orfano di madre alla nascita e con il padre scappato via dalle proprie responsabilità, Ferdinando viene cresciuto dalle zie e da Fra’ Liberato, frate medico illuminato dalla fede e dalla scienza. L’educazione che il ragazzo riceverà dal frate lo renderà colto e, tra le altre cose, appassionato di politica e storia. Mentre il suo cuore brucia per l’amore proibito nei confronti della marchesina Livia che, nonostante le rigide differenze sociali tra i due, ricambia con passione, Ferdinando ritrova il suo vecchio amico d’infanzia Giovanni che gli parla del sogno di un’Italia unita, del desiderio di avere una costituzione che renda gli uomini liberi, di un’organizzazione che si sta muovendo perché tutto questo diventi realtà. In questo modo il nostro entra in contatto con i movimenti carbonari, dividendosi tra l’amore per i suoi ideali e quello per Livia.

Una storia salentina, una storia italiana: Donno ricrea bene l’ambiente dell’epoca e, grazie ad un’accurata documentazione storica, racconta di fatti realmente accaduti e di personaggi esisititi che, purtroppo, sono finiti nel dimenticatoio, lontano dalla ribalta dei libri di scuola.

Molto interessanti sono senza dubbio gli accenni storici: dalla storia della Carboneria al rito di iniziazione per farne parte, dalla discesa napoleonica alla restaurazione. Molto interessante anche come lo scrittore caratterizza alcune figure: tra tutte, indubbiamente, Fra’ Liberato, un religioso moderno. Nella doppia carica di frate e medico, l’uomo riesce a coniugare fede e ragione, dogma e scienza, offrendo così a Ferdinando un punto di riferimento per ogni tipo di discussione. Tramite Fra’ Liberato si evince il ruolo della Chiesa in quel tempo, cardine non solo spirituale ma anche e soprattutto civile e sociale.

Dallo stile linguistico e descrittivo dell’autore si evince la sua “provenienza”saggistica, sociologica in particolar modo. A questo, Donno aggiunge anche una ricostruzione della lingua italiana che rispecchia gli usi e le convenzioni sociali del tempo.

Un libro interessante per chi voglia approfondire la storia d’Italia, cercando di capire e saperne di più di quanto i libri di scuola non dicano.

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